lunedì 20 settembre 2010

RIFORMA C.I.S. - LA FSI FA MARCIA INDIETRO

La tanto contestata riforma del campionato italiano a squadre non ci sara più; questo è l'annuncio fatto dai dirigenti federali.

La nuova ipotesi di strutturazione prevedeva la riduzione delle serie che venivano portate a quattro, e la prima: la "A", era sostanzialmente l'attuale "Master" al quale potevano accedere 10 squadre che si affrontavano in un torneo all'italiana.
Numerose e dettagliate le critiche provenienti da ogni parte d'Italia; fondamentalmente ciò che maggiormente è stata contestata è la strozzatura pensata per le promozioni dalla "B" alla "A": solo 4 tra tutte (le numerosissime) partecipanti distribuite in 24 gironi.
Altra insoddisfazione è stata prospettata da tante squadre dell'attuale serie: "A1" che si vedevano inserite in gironi con altre di serie inferiore ("A2") in modo da vedere violati e vanificati dei maggiori diritti maggiormente acquisiti.
Anche le squadre apparentemente avvantaggiate (serie A2 e C) hanno storto il naso in quanto, ad un primo vantaggio riguardante la possibilità di giocarsi una promozione con squadre di rango superiore, seguiva che una mancata promozione (tutte escluse la prima) significava retrocessione. In sostanza moltissime di queste, in realtà, retrocedevano di due serie in un anno.
La generale insoddisfazione ha anche toccato il punto che le squadre non sono state consultate per esprimere i loro pareri in merito alle possibili migliorie da apportare; a questo punto i responsabili del CIS, invero, hanno risposto asserendo che, allorquando i dirigenti erano stati contattati hanno sostanzialmente ignorato la richiesta.
Come ogni cambiamento è naturale che su di esso fiocchino le proteste: circostanziate o "a prescindere" che siano; è generalizzato nell'animo umano assuefarsi alle abitudini, anche quelle, eventualmente, degeneri.
Tra le tanti critiche, l'obiettivo che pare essere alla base della formulazione poi abortita, meritava attenzione.
Ci si proponeva, infatti, di riunire le squadre vincitrici di "B" in un successivo raggruppamento che promuoveva le prime 4 alla serie superiore. I costi derivanti da un secondo torneo (i play-off) dovevano essere compartecipati da sostanziali contributi della F.S.I.
Probabilmente è stato questo che ha maggiormente inquietato i dirigenti delle squadre interessate; infatti la contropartita offerta (contributi) a fronte di maggiori costi richiesti (per ingaggi e soggiorni di due tornei) sono certamente apparsi come "promesse di politici" e, come tali, intimamente non credute.
Oltremodo, se i contributi alle squadre partecipanti ai vari play-off o raggruppamnti, venivano finanziati da aumenti indiscriminati di tesseramenti ed affiliazioni, ecco che si creavano delle esclusive partite di giro nelle tasche degli scacchisti che, sostanzialmente, venivano privati del diritto di scegliere cosa fare con i propri soldi.
Contestualmente alla bocciatura della nuova formula, il direttore del CIS: Luigi Troso si è dimesso.
Il dirigente pugliese era alla guida del CIS dal 2005, quando prese il posto della precedente direttrice: Franca Dapiran, avvicendata di seguito all "affair Penne" .
In quella lontana primavera del 2005 avvenne che la squadra vestina, dopo aver vinto il suo raggruppamento di semifinale, venne classificata al terzo posto (quando erano due le squadre ammesse in finale).
Ciò dipese da un'errata assegnazione di punti in caso di presenza di squadre ritirate per forfait; mentre la Dapiran affermava che la regola valeva per i tornei singoli, i legali ed i dirigenti dell'"Aliprandi" dimostrarono che la FIDE, invece, si era precedentemente espressa per l'equiparazione (nel merito) dei tornei a squadre a quelli individuali.
Nel proseguio di quella memorabile edizione del CIS (del 2005) la squadra abruzzese vinse il titolo vincendo in finale per 3,5 a 2,5 contro la corazzata: "Marostica" del duo Hubner - Godena.

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